Polveri e buoi dei paesi tuoi

Ora spiegatemi cos’è tutta quest’agitazione attorno alle polveri fini? Anche se, a onor del vero, non mi meraviglia troppo la strategia della sinistra che da sempre fa di sottigliezze dei cavalli di battaglia. Ma che dico cavalli di battaglia? Ormai si è ridotta agli acari di battaglia. Ecco perché questa volta sta agitando un polverone (appunto) a proposito di certe particelle invisibili a occhio nudo. Quando mai questi ecologisti sinistrorsi riusciranno a proporre degli argomenti un po’ meno incorporei? C’è in giro un po’ di polvere? E allora? Se c’è polvere, spolveriamo! Ma, gente, stiamo parlando di polveri fini, sottili. Non di macigni o ghiaia. Di cose, insomma, un tantino ingombranti che effettivamente potrebbero depositarsi sulle strade e intralciare il traffico che invece deve poter scorrere libero, impetuoso e sereno. Un traffico che ormai sempre più viene colpevolizzato come il principale produttore di polveri fini. Ne siamo sicuri? Sulla luna ci sono metri di polvere ma non circola un’automobile neppure a ferragosto. Non fatevi però sedurre da facili quadretti bucolici: l’economia lunare è assolutamente depressa. Vi è chiaro il nesso tra traffico ed economia florida? Perché mai bisogna demonizzare le polveri fini? Che faranno mai di tanto cattivo? Probabilmente lasceranno una fascinosa patina d’antico sui nostri paesaggi. Come la polvere sulla cassapanca della nonna. Tutte cose che potrebbero persino rendere il Ticino turisticamente più vendibile. Dalle finestre dei nostri alberghi al turista raffinato parrà di gettare lo sguardo su una tela ad olio del Seicento, di quelle non restaurate con le immagini un po’ appannate. Oppure su vedute impressioniste dai contorni incerti e con quei magici aloni rossastri che solo lo smog sa creare all’orizzonte. La polvere non ci è necessariamente nemica. A quelli che dicono che respirare le polveri fini (nome in codice PM10) fa male, rispondo: fumate. Dare un bella catramata ai bronchi servirà a renderli impermeabili a ogni possibile agente esterno. Gli alveoli polmonari piastrellati a residui di catrame e nicotina non temono nulla. E non venite a dirmi che stiamo parlando di sostanze cancerogene. Ormai dicono cancerogena anche l’acqua fresca. Sono le solite paturnie di medici ecologisti no-global che conducono così la loro subdola guerra contro le multinazionali del tabacco e contro le industrie automobilistiche. Che disonestà intellettuale. E la vicina Lombardia? Si scopre che invece di nascondere la polvere sotto il tappeto la butta in Svizzera, paese ovunque noto per il suo lindore. Che sgarbatezza. Se ci mandano le polveri che ci mandino anche le governanti filippine. Capisco che quest’Italia che oramai non produce quasi più nulla esporta quello che può. Rimane comunque il fatto che è maleducato questo pendolarismo delle polveri. È sempre buona regola attenersi al motto “polveri e buoi dei paesi tuoi”.

Pubblicato il

11.03.2005 13:30
Flavia Parodi
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