Dolce casa

Nelle scorse settimane sono apparse due distinte notizie relative ai tassi di interesse che devono attirare l’attenzione di chi vive in un’abitazione in affitto.


La prima notizia deve metterci in allarme. La Banca Nazionale Svizzera, abbandonando gli interessi negativi in vigore ormai da quasi otto anni, ha deciso di alzare il proprio tasso guida di 0,75 punti, portandolo dal -0,25% al +0,50%. Ciò vuol dire che anche i tassi ipotecari stanno iniziando a salire, in particolare quelli variabili. La conseguenza che le inquiline e gli inquilini potrebbero dover affrontare in futuro è un aumento della pigione della propria casa.


L’altra notizia è invece più rassicurante. Il tasso ipotecario di riferimento nei contratti di locazione rimane all’1,25%,il tasso più basso di sempre. Ricordiamo che questo indice è quello che in caso di diminuzione può determinare per il locatario l’eventuale diritto a una riduzione della pigione, o in caso di rialzo il diritto per il locatore di aumentarla.


Benché il tasso di riferimento sia fermo all’1,25% dal marzo del 2020, non tutte le persone che vivono in affitto hanno ottenuto la relativa diminuzione della pigione. La riduzione infatti non è automatica ma va richiesta esplicitamente. Se ne ha diritto, però, solo se la pigione che si sta attualmente pagando è stata fissata prima del 3 marzo 2020, ossia con un tasso di riferimento più alto di quello attuale.


Sulla pagina internet dell’Associazione Svizzera degli Inquilini si trova un calcolatore con il quale è possibile verificare il proprio diritto alla riduzione ed eventualmente quantificarla in franchi. Lo suggeriamo ad ogni buona occasione, ma oggi più che mai è importante verificare il proprio diritto alla riduzione della pigione ed eventualmente procedere con la richiesta il più presto possibile. Questa urgenza è dettata dall’ipotesi abbastanza realistica che il prossimo anno si possa assistere al rialzo del Tasso di riferimento e che quindi venga comunicato il relativo aumento della pigione. Se ciò dovesse capitare, è bene sapere che esiste la possibilità di contestare questo aumento, in particolare se negli anni precedenti non è mai stato riconosciuto il diritto alla riduzione dell’affitto. Tutto questo discorso vale sia per i locali di abitazione che per quelli commerciali.


Una terza notizia apparsa sulla stampa riguarda invece l’inversione di tendenza relativa alle abitazioni sfitte che nel 2022 in Ticino sono diminuite dello 0,8%: ora se ne contano 6.262. Questa è la prima diminuzione in nove anni. Meno abitazioni vuote vuol dire maggiore pressione sulle pigioni, con il rischio di spingerle verso l’altro.


Ci troviamo quindi in un momento particolarmente delicato che vale la pena monitorare con grande attenzione. La nostra associazione è pronta a sostenere tutte le inquiline e tutti gli inquilini che per un motivo o per un altro ritengono di trovarsi di fronte a un’ingiustizia.

Pubblicato il 

13.10.22

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