Tutti guardavano al Ps quale ago della bilancia che avrebbe permesso o meno di procedere ad una svolta sulla questione del termovalorizzatore di Giubiasco ed il Ps si è mosso. Dopo le due perizie che hanno decretato l’irricevibilità dell’inziativa “28 inceneritori bastano” per quel che concerne la moratoria (punto A dell’iniziativa), il Plr ha preso posizione contro il voto popolare mentre il Ppd a favore. Su un terreno scivoloso si è trovato a camminare il presidente Ps Manuele Bertoli che accettando il verdetto delle perizie giuridiche ha dovuto fare i conti con la base del partito bellinzonese e con l’ala più ambientalista chiaramente schieratesi a favore della votazione popolare. Ma alla prova dei fatti l’ha spuntata lui, non perdendo l’equilibrio: mercoledì scorso infatti la maggioranza del gruppo Ps s’è espresso contro la ricevibilità del punto A dell’iniziativa che chiedeva una moratoria cantonale in materia di costruzione di impianti di smaltimento dei rifiuti. «Riteniamo infatti – ci ha detto Bertoli – che questo punto sia contrario al diritto federale e quindi improponibile come elemento da sottoporre alla votazione popolare». Sullo smaltimento dei rifiuti in Svizzera e la politica del riciclaggio (punti B e C dell’iniziativa) il gruppo Ps si è detto invece favorevole alla loro ricevibilità. Intanto il commissario Plr della legislazione Edo Bobbià ha di recente sollecitato la Commissione della legislazione e il Parlamento a prendere una decisione chiara in merito alla ricevibilità dell’iniziativa e alla richiesta del Ps di un ulteriore approfondimento sul tema del dimensionamento dell’impianto di smaltimento, richiesta di approfondimento, a suo parere, giunta fuori tempo massimo. Ma la Commissione ha deciso di pronunciarsi – si legge in un comunicato – «nella sua prossima seduta, prevista per mercoledì 17 maggio». Mantiene invece il gruppo Ps le sue riserve sul dimensionamento e sulla mancata realizzazione del raccordo ferroviario dell’impianto di Giubiasco, per i quali ha chiesto al Parlamento di rinviare la discussione di una settimana. «Abbiamo bisogno di un po’ di tempo – ha detto Bertoli – in quanto vorremmo approfondire gli oggetti in questione all’interno del nostro gruppo ma anche con i responsabili dell’Azienda cantonale rifiuti, così da poter avere una serie di informazioni supplementari in merito». Per i socialisti inoltre si presenta ancora da risolvere la questione di “buon vicinato” con i Verdi. Gli ambientalisti infatti sembra abbiano fatto pressione affinché il Ps si ponesse a favore della votazione popolare sulla moratoria, pregiudiziale questa per un loro appoggio alle elezioni cantonali del 2007, appoggio grazie al quale il Ps potrebbe (forse) ottenere due mandati in Governo. Per i Verdi il parere favorevole o contrario del Ps sulla ricevibilità sarebbe stato comunque importante anche se Alessandro Boggian, coordinatore dei Verdi, non ha nascosto una leggera vena d’insofferenza a far la parte di chi ha messo sulla graticola il Ps. Purtroppo, dopo la decisione del gruppo Ps in Gran consiglio, di nuovo interpellato, non è stato possibile raggiungere Boggian per sapere come si pongono ora i Verdi rispetto al Ps, alla luce della loro presa di posizione. Resta la dichiarazione del coordinatore raccolta martedì scorso. «Dire che il favore del Ps alla ricevibilità – ha affermato Boggian – dell’iniziativa sulla moratoria è “la conditio sine qua non” per avere il nostro appoggio alle elezioni del 2007 è eccessivo. Di certo è una condizione importante senza la quale diventerebbe difficile giustificare il nostro sostegno ad un Ps che su un tema così basilare per noi non prende una chiara posizione. Nel caso continuasse ad insistere sulla non ricevibilità dell’iniziativa, dovrebbe presentare delle condizioni tali da ricompensare questo suo irrigidimento sulla votazione popolare. Riguardo invece le nostre rispettive posizioni e visioni sulla necessità o meno di un impianto, sul suo dimensionamento e sulle condizioni per attuarlo, rispettiamo il pensiero del gruppo socialista e non entriamo in merito. Concordo con il presidente Bertoli quando sostiene che il voto popolare poi rischierebbe di non essere determinante ma è importante che la via alle urne non venga sbarrata».

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12.05.06

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