Ristorazione, situazione disperata. Subito fondi persi

Sindacati e padronato incitano il Consiglio federale ad erogare urgentemente dei sostegni finanziari al settore. A rischio, migliaia di posti di lavoro e imprese

La situazione nell’alberghiero e ristorazione è disperata, sono urgenti contributi a fondo perso, da versare immediatamente alle imprese di tutta la Svizzera. È l’inedito appello congiunto lanciato da sindacati (Unia e Syna) e padronato con le sue associazioni di riferimento GastroSuisse, Hotel & Gastro Union e HotellerieSuisse. «Con questo appello abbiamo voluto lanciare un segnale chiaro e unitario dei partner sociali all’indirizzo del Consiglio Federale» spiega Vania Alleva, presidente nazionale del sindacato Unia. «Se non vengono stanziati immediatamente dei contributi al settore, rischiamo di veder sparire molte aziende e migliaia di posti di lavoro».

 

Una perdita già drammaticamente in corso. «Solo lo scorso anno, nel settore alberghiero e della ristorazione sono andati persi oltre trentamila impieghi» precisa la sindacalista.

 

L’attuale dispositivo di condivisione delle responsabilità tra Consiglio federale e Cantoni è molto lento nel fornire le risposte urgenti alla straordinaria situazione di crisi, si legge nella nota stampa dei partner sociali emanata oggi. I fondi annunciati attraverso il meccanismo dei casi di rigore gestisti dai Cantoni, non sono ancora arrivati alle aziende che ne hanno un urgente bisogno. Tanto più che tempistiche di versamento e  importi di cui potranno beneficiare sono ancora molto incerti.

 

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«La tutela della salute deve andare di pari passo della protezione sociale» chiarisce ad area Vania Alleva. Chiusure e soldi devono andare di pari passo, insomma. «Paesi confinanti come la Germania e l’Austra hanno adottato misure a tutela della salute pubblica imponendo delle chiusure, ma al contempo hanno rapidamente erogato dei fondi persi importanti (fino al 75% della cifra d’affari persa) a salvaguardia di imprese e posti di lavoro».

 

Uno dei problemi principali dei ristoratori (ma non l'unico), è l'affitto. Se in alcuni casi delle soluzioni sono state trovate con i proprietari d'immobili, in molti altri quest'ultimi continuano ad esigere la pigione malgrado la chiusura. Un intervento statale in questo campo era stato definitivamente bocciato dalla maggioranza borghese al Consiglio Nazionale lo scorso dicembre.

 

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Nel frattempo, la lentezza con cui i sostegni economici vengono erogati in Svizzera, sta facendo diventare socialmente esplosiva la situazione. Non sono pochi i gerenti che lunedì prossimo minacciano di aprire i bar e ristoranti, perché giunti alla disperazione economica. Come riporta il portale ticinonline, sul sito wirmachenauf.ch (noi apriamo, ndr.) ieri erano già circa un centinaio le località dove sono state annunciate delle aperture, con decine di aziende pronte a sostenere la proposta lanciata sul gruppo Telegram che conta già circa 6'000 partecipanti. Chi infrangerà la legge aprendo la propria attività, potrà esser sanzionato con una multa fino a 10mila franchi. A differenza degli aiuti, è probabile che la multa arrivi in tempi rapidi.

Pubblicato il

08.01.2021 15:49
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