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“Spettacolare”. Il sito della radio pubblica tedesca Deutschlandfunk titolava così la notizia sugli aumenti salariali nel settore pubblico: per circa 1 milione di lavoratori i salari lordi previsti nei contratti collettivi cresceranno quest’anno e il prossimo di oltre il 3 per cento. Un vero balzo verso l’alto lo subiranno le retribuzioni del personale degli istituti di cura, il cui lavoro viene finalmente valorizzato, con aumenti di 400-700 euro al mese. «È il miglior accordo da anni», commenta il caponegoziatore del sindacato Verdi Frank Bsirske.


Questi aumenti non sono un caso isolato in Germania. Anche nel settore dell’industria e in quello dei servizi si è giunti a ottimi accordi. Secondo le più recenti statistiche, i salari negoziati nell’ambito della contrattazione collettiva da 6 anni subiscono una crescita reale (cioè dedotto il rincaro) media dell’1,5 per cento. Questo è stato possibile solo grazie agli scioperi, come quelli del personale degli asili nido, delle case di cura, dell’industria metalmeccanica e del commercio al dettaglio.


Che differenza rispetto agli anni cupi vissuti sotto il governo del socialdemocratico Gerhard Schröder a partire dal 2001, quando la Germania produceva dumping in mezza Europa e i salari reali diminuivano. Non tanto nell’ambito dei contratti collettivi, ma soprattutto nella fascia dei bassi salari che si è fatta sempre più grande. Una problematica che perdura: il salario minimo legale di 9,19 euro all’ora, introdotto 5 anni fa, resta troppo basso. Di qui l’offensiva del sindacato Verdi, dell’Spd e del partito dei verdi per portarlo a 12 euro.


A differenza che in Germania, in Svizzera le campagne per un salario minimo hanno ottenuto risultati già a partire dal 2000. Esse ci hanno infatti permesso di limitare (eccetto che in Ticino) la fascia dei bassi salari al 10 per cento, la metà di quella tedesca. Ma per quanto riguarda l’evoluzione generale dei salari, da noi la situazione è opposta: negli ultimi 5 anni i salari reali sono aumentati mediamente di poco più dello 0,5 per cento. E in singoli settori, come quelli del servizio pubblico e dei trasporti, addirittura dello 0 per cento. Questo nonostante gli importanti utili conseguiti dalle aziende!


La questione degli aumenti salariali resta di attualità, anche perché viviamo una congiuntura in cui l’industria vacilla, in Svizzera come in Germania. Diventa dunque ancora più importante rafforzare l’economia nazionale attraverso aumenti salariali reali.

Pubblicato il 

29.08.19

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