Un anno in più per 40 milioni

Nonostante goda di buona salute, la Cassa pensioni Migros vuole disporre di 40 milioni di franchi in più all’anno e la ricetta del successo è bell’e pronta: aumentare l’età di pensionamento dei dipendenti da 62 a 63 anni. Annunciata lo scorso autunno, una modifica in questo senso del Regolamento verrà sottoposta giovedì 24 giugno a Zurigo all’assemblea dei delegati. Se accettata, entrerà in vigore il 1. gennaio 2005. «Certo, si tratta di un peggioramento, ma se paragonato a quanto fatto da altri negli ultimi anni l’adeguamento proposto è modestissimo», dice il capo amministrazione della Cassa pensioni Migros Sergio Campigotto. Di altro avviso i sindacati, che nelle scorse settimane hanno puntato il dito contro una riforma «assolutamente inutile». La modifica del Regolamento della Cassa pensioni Migros era stata resa pubblica a inizio ottobre 2003 da Jörg Zulauf. L’attuale vicepresidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros (Fcm) aveva ventilato la possibilità di portare l’età di pensionamento da 62 a 63 anni (sul regolamento attuale si veda box qui sotto). Allo stesso tempo, e nel nome di una maggiore flessibilità, i dipendenti avrebbero potuto chiedere di andare in pensione già a partire dai 55 anni invece che dai 57 attuali. Sulla riforma – nel frattempo avallata sia dall’assemblea dei delegati della Fcm, sia dal Consiglio di fondazione della Cassa pensioni – si esprimeranno il 24 giugno i delegati all’assemblea della Cassa pensioni Migros. Nelle loro mani sta il destino di un adeguamento che il sindacato del settore terziario unia e il sindacato Fcta non hanno esitato a definire, tenuto conto della buona salute di cui gode la Cassa, «assolutamente inutile», e che il copresidente di unia Andreas Rieger ritiene possibile interpretare come «un risultato del panico borsistico del 2001/2002 e un contributo anticipato alla politica padronale che persegue l’innalzamento dell’età Avs». Le organizzazioni dei lavoratori puntano il dito soprattutto sullo slittamento di un anno (da 62 a 63 anni) della cosiddetta “rendita Migros sostitutiva dell’Avs”, una rendita ponte integrativa di quella del secondo pilastro versata dalla Migros fino al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento Avs. Se come probabile la riforma dovesse andare in porto, i dipendenti intenzionati ad andare in pensione già a 62 anni perderebbero nell’anno di “attesa” circa 18’700 franchi (secondo i dati attuali). Ciò non rappresenta certo un incentivo a smettere di lavorare già a 62 anni, e questo a maggior ragione se si pensa che in quanto impiegati a tempo parziale (o con periodi contributivi inferiori ai 18 anni che danno diritto a una rendita piena) molte lavoratrici e lavoratori dispongono di una rendita del secondo pilastro più o meno ridotta. Che la modifica del Regolamento possa produrre effetti anche pesanti su un certo numero di lavoratrici e lavoratori non viene negato dal capo amministratore della Cassa pensioni del colosso della grande distribuzione Sergio Campigotto: «Certo, la modifica può avere effetti pesanti. Dipende dalla situazione economica di ognuno», ammette Campigotto da noi interpellato. «In questi casi – prosegue – cerchiamo di minimizzare l’effetto del cambiamento, e una delle possibilità di farlo è rappresentata dagli accantonamenti che i dipendenti possono fare a partire da una certa età per finanziare il periodo che va dall’anno di prepensionamento a quello in cui ha diritto alla rendita Avs, una sorta di conto di risparmio su cui maturano degli interessi che noi paghiamo». Ma visti i risultati assai positivi dell’esercizio 2003, è davvero necessario portare l’età di pensionamento da 62 a 63 anni? «È vero, se paragonata alle altre la nostra cassa è molto sana e fornisce prestazioni ad altissimo livello», dice Sergio Campigotto per il quale la modifica del Regolamento è resa necessaria sia dall’esigenza di rimpinguare le riserve per le fluttuazioni dei valori (che devono compensare le perdite di valore sugli investimenti di capitale e che nel periodo 2001-2002 si erano ridotte in maniera marcata), sia (e in primo luogo) in virtù dell’evoluzione demografica che in proiezione causerebbe – se non si interviene ora – un disequilibrio fra i contributi e le prestazioni della Cassa pensioni. Si tratta in poche parole di mettere fieno in cascina già adesso per evitare che fra qualche anno ci si ritrovi con dei contributi insufficienti a finanziare le prestazioni fornite. Le proiezioni parlano di un fabbisogno in contributi del 2 per cento, pari a circa 40 milioni di franchi all’anno. Quaranta milioni che la Migros vuole racimolare facendo lavorare tutte e tutti un anno in più. Buone prestazioni, cassa sana Sottoposto a revisione alla prossima assemblea dei delegati il 24 giugno (si veda articolo sopra), il Regolamento della cassa pensioni Migros fissa a 62 anni l’età che dà diritto alla rendita di vecchiaia. Tale rendita ammonta, per ogni anno di assicurazione, al 2 per cento del reddito assicurato determinante. Il pensionamento anticipato è possibile a partire dai 57 anni. Le rendite annuali di chi opta per la quiescenza prima dei 62 anni sono ridotte dello 0,15 per cento per ogni mese intero (l’1,8 per cento ogni anno) di pensionamento anticipato. Il Regolamento prevede pure, a partire dai 62 anni, il versamento di una “rendita Migros sostitutiva dell’Avs”, ovvero una rendita ponte versata fino al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento Avs. Hanno diritto all’intera rendita Migros sostitutiva dell’Avs gli assicurati che hanno corrisposto alla Cassa pensioni contributi per almeno 18 anni. Agli altri viene ridotta di 1/18 per ogni anno di contribuzione mancante o reddito assicurato determinante. Con questo Regolamento, valido dal 1. gennaio 1999, la Cassa pensioni Migros – dopo un 2002 chiuso con una perdita del 5,1 per cento dovuta al cattivo andamento dei mercati borsistici – ha realizzato nel 2003 un rendimento «interessante» pari al 7,3 per cento (379,2 milioni), indica una nota del 15 marzo. Il patrimonio complessivo alla fine del 2003 ammontava a 13,4 miliardi di franchi, quasi un miliardo in più rispetto all’anno precedente. Anche il grado di copertura è migliorato, passando dal 108,4 al 111,2 per cento. A fine 2003 alla Cassa pensioni Migros erano affiliati 77’200 assicurati (200 in più che nel 2002), 22mila dei quali assicurati passivi.

Pubblicato il

11.06.2004 02:00
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