Un successo che è un impegno

È stato un successo la manifestazione organizzata sabato a Berna dai sindacati per chiedere interventi congiunturali più incisivi contro la crisi e a difesa del lavoro, dei salari e delle pensioni. Un successo che si misura prima di tutto nei numeri: gli organizzatori si aspettavano 20 mila manifestanti, ne sono arrivati 30 mila. E questo benché nei giorni precedenti regnasse un certo scetticismo: i treni speciali faticavano ad essere occupati, l'impressione generale era che non si fosse per questa manifestazione quel fuoco sacro che potesse riempire la città di Berna di striscioni, canti e slogan.
Eppure Piazza federale era colma, e molti non vi hanno più trovato posto. E questo benché il settore sindacale più organizzato e motivato, quello edile, non senta la crisi. Questa volta si sono mobilitati altri settori professionali, quelli nei quali l'identificazione con il sindacato è meno marcata – e ciò spiega i posti liberi rimasti sui treni. Ad essere scese in piazza questa volta ci sono state anche persone che si sono mosse per proprio conto, perché hanno ritenuto importante essere con il sindacato in questa fase delicata.
Ciò in parte spiega anche la netta prevalenza di manifestanti provenienti dalla Svizzera tedesca. Solitamente lo zoccolo duro delle manifestazioni sindacali è dato da romandi e ticinesi, sia per una più robusta tradizione sindacale, sia perché spesso è la Svizzera latina che sente più forti i rovesci della congiuntura. Questa volta la crisi sembra essere dura per tutti. E l'erosione dei redditi si fa sentire in egual misura da Ginevra a Romanshorn come da Chiasso a Basilea. Con in più la stangata sui premi di cassa malati, che quest'anno colpirà soprattutto i cantoni di lingua tedesca.
Infine la dimostrazione di sabato è stata un'occasione di liberazione dopo oltre un anno di crisi durante il quale non si sono visti reali sforzi per modificare le condizioni che alla crisi ci hanno portato. Se dieci mesi fa la manifestazione di Zurigo contro le banche era stata un insuccesso, la frustrazione di ampie fette della popolazione ha trovato sfogo a Berna.
I sindacati hanno aumentato il loro capitale di fiducia. Ora devono usarlo, e le occasioni non mancano, su diversi piani: dalle aziende ai diritti popolari, dalla piazza fino, se necessario, ad azioni ancora più incisive. Sono i 30 mila di Berna che lo chiedono, e che non perdonerebbero i sindacati se si sentissero traditi.

Pubblicato il

25.09.2009 00:30
Gianfranco Helbling
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