A briglie sciolte

Domenica scorsa, almeno per quanto riguarda le votazioni federali, abbiamo potuto trascorrere un pomeriggio tranquillo, brindando qua e là per le importanti vittorie su due temi importanti: la legge Covid e l’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”. Soprattutto per quello che era stato presentato come un referendum sul certificato Covid, qualche timore l’avevamo. Difatti nelle settimane precedenti le manifestazioni, talora addirittura un po’ violente, ma soprattutto la capillare, tambureggiante e multimilionaria campagna dei No Vax e affini aveva dominato la scena. Soprattutto nelle Valli, ma talora anche nelle periferie delle zone urbane, il
paesaggio era dominato da tutta una serie di cartelloni, spesso di cattivo gusto, inneggianti al No. I sostenitori del Sì invece quasi non si sono sentiti.

 

Credo che non solo l’area rosso-verde, ma anche i sindacati, dovrebbero fare un po’ di autocritica: la salute dei lavoratori dovrebbe essere una delle nostre priorità. E in Italia, per esempio, sin dall’inizio i Cobas, e più tardi dopo alcuni tentennamenti anche la Cgil, si sono schierati a favore del Green Pass come misura di protezione della salute dei lavoratori. Alla fine però la “maggioranza silenziosa”, che ne ha avuto abbastanza di teorie ciarlatanesche e di urla isteriche, ha chiaramente deciso per il Sì. Addirittura nei cantoni primitivi, che ancora sei mesi fa si erano opposti a una legge Covid tutto sommato meno severa. C’è da sperare che il Consiglio federale, che tetanizzato dalla paura del risultato del 28 novembre si era sinora defilato, prenda finalmente quelle decisioni che si impongono, davanti al peggioramento della pandemia e non ripeta invece l’errore fatale di un anno fa, quando il ritardo di oltre due mesi nel prendere le prime misure veramente efficaci, ci è costato centinaia di decessi evitabili.

 

C’è da sperare che il nostro governo si dia una mossa anche per quanto riguarda la grave crisi nel settore infermieristico, che finora aveva completamente snobbato, opponendosi di principio, senza neanche pensare a un controprogetto, anche all’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”, lanciata dall’Associazione Svizzera degli Infermiere (Asi), che aveva dovuto fare appello a quest’ultima arma dopo 10 anni di inutili interpellanze, postulati, mozioni e iniziative parlamentari varie. Tutti i commentatori hanno sottolineato che per la prima volta popolo e cantoni (tutti salvo Appenzello interno!) hanno accettato chiaramente un’iniziativa di emanazione diretta del mondo del lavoro. Certo, la pandemia e soprattutto l’impegno straordinario profuso dalle infermiere per combatterla, hanno aiutato. Nonostante ciò il risultato rimane di portata storica e dimostra inoltre come le iniziative politiche radicali possono affermarsi solo se si basano su un ampio movimento popolare.

 

E durante questa campagna la mobilitazione del mondo infermieristico, anche in Ticino, è stata molto impressionante. Viste le manovre politichesi che già si annunciano nella Berna federale per ridurre al minimo e ritardare al massimo la realizzazione di quanto prevede il testo dell’iniziativa accettata domenica, sono convinto che questa mobilitazione dovrà continuare e se possibile ancora rafforzarsi. Saluto quindi con entusiasmo la decisa entrata in scena di Unia anche in questo settore del mondo del lavoro: ciò non potrà che rafforzare la combattività del mondo infermieristico.

Pubblicato il 

02.12.21
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