Unia fa paura alla figlia di Blocher

“Talis pater, talis filia”. Il vecchio detto latino si può ben adattare alla famiglia Blocher. Nel 1992 Christoph Blocher, padrone assoluto della Ems-Chemie, riuscì ad escludere il Sei dal contratto collettivo di lavoro dell’impresa con sede a Domat-Ems; oggi la figlia Magdalena Martullo-Blocher, che gli è succeduta al vertice del gruppo Ems, vuole fare la stessa cosa con la Flmo. Un segnale di debolezza, che dimostra quanto certi padroni temano i sindacati particolarmente critici, specialmente se questi si mettono insieme ed acquistano forza e combattività. I primi segni erano stati avvertiti dal locale segretario della Smuv, Vitus Locher, durante le ultime trattative salariali. Si trattava essenzialmente di accenni critici al grande sindacato intersettoriale Unia che sta per nascere dalla fusione di Flmo e Sei. A sorpresa, la direzione della Ems-Chemie ha disdetto il contratto collettivo di lavoro per fine 2004, con una lettera inviata il 14 giugno al «partner contrattuale affidabile e di lunga data», come viene definita nella missiva la Flmo, che ha firmato i contratti collettivi della Ems sin dal 1941. Lo stesso giorno la direzione dell’azienda di Domat-Ems segnalava all’altro partner contrattuale, il sindacato cristiano Syna, la disponibilità a negoziare un nuovo contratto di lavoro, che veniva firmato il 23 giugno senza la Flmo. Al nuovo accordo veniva quindi associata una nuova organizzazione sindacale, fondata il 12 maggio nell’ambito della commissione aziendale e sorta «per iniziativa dei collaboratori». Un sindacato fatto in casa, insomma… La Flmo ovviamente non ha accettato questa estromissione. Su circa 1400 dipendenti della Ems-Chemie, 460 sarebbero, secondo l’azienda, quelli sottoposti a contratto collettivo di lavoro, dei quali circa 200 sono rappresentati dal Syna ed oltre un centinaio dalla Flmo. La proporzione è tale per cui la Flmo sente di essere, come ha scritto in un comunicato, «una rappresentanza forte e credibile» dei dipendenti dello stabilimento, ai quali intende assicurare anche in futuro la protezione dei loro interessi nelle trattative contrattuali. La manovra della Ems-Chemie è evidentemente diretta a tenere fuori dalla porta un sindacato molto più forte, Unia, che sta per prendere il posto della Flmo e che potrebbe conquistare molto più consenso tra i lavoratori. Ma se questo è lo scopo, a maggior ragione la Flmo, e quindi l’Unia, non possono accettare una tale manovra. Beda Moor, membro della direzione della Flmo, ha confermato al quindicinale “work” quanto scritto nel comunicato, secondo cui la Flmo «chiede subito alla direzione della Ems-Chemie un aperto chiarimento, come è d’uso tra partner contrattuali di lunga data». E chiede anche che le trattative per un nuovo contratto collettivo riprendano da capo. Se da questo orecchio la figlia di Blocher non dovesse sentirci, all’Unia non resterebbe che adire le vie legali. Con grande probabilità di vittoria. La decisione della Ems-Chemie va infatti contro una sentenza del Tribunale federale del 1987, che negò a due ditte ticinesi il diritto di rifiutare quali partner contrattuali un sindacato cristiano ed uno indipendente. In altre parole, allora i giudici stabilirono che non si può arbitrariamente rifiutare il contratto di lavoro con un sindacato rappresentativo d’importanza nazionale. Tanto più che la Ems-Chemie non può rimproverare alla Flmo alcuna violazione contrattuale. Quella della Ems-Chemie appare dunque come una rischiosa illusione. Un’illusione coltivata credendo di poter ripetere il giochino riuscito a Blocher nel 1992, con l’estromissione dal contratto del Sindacato tessili, chimica e carta (poi confluito nel Sei) a causa della pubblicazione del giornale di protesta “Dr. Anti Blocker” che denunciava un presunto dumping salariale alla Ems. Ma questa volta è diverso: la figlia di Blocher dovrà dimostrare che un sindacato fatto in casa sia davvero indipendente – qualità necessaria per essere riconosciuto partner sociale – e quindi più affidabile di Unia. Un’impresa difficile, di cui gli avvocati della Ems-Chemie non possono non essere consapevoli. A meno che Magdalena Martullo-Blocher non voglia affatto arrivare ad un vero punto di rottura, ma esercitare una pressione per così dire “preventiva” su Unia. In un caso o nell’altro avrà però dimostrato soprattutto di temere il nuovo sindacato.

Pubblicato il

02.07.2004 02:00
Silvano De Pietro
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