Voto degli italiani all’estero: una legge da modificare

Anche in questa occasione elettorale italiana, votando con lo stesso sistema elettorale di due anni or sono, il "porcellum" (così definito dal suo stesso ideatore il leghista Calderoli), è forte il rischio che nessun partito ottenga una netta maggioranza al Senato. Pertanto potrebbero  ancora essere determinanti i sei senatori che verranno eletti nella Circoscrizione Estero dove il voto per corrispondenza si è concluso ieri e, purtroppo, come già accaduto nel 2006, tra numerose polemiche alimentate soprattutto dalla Destra.
Innanzitutto perché, nonostante sia la quinta volta (tre referendum e due elezioni politiche) che si vota per corrispondenza dall'approvazione della legge sul voto all'estero (2001), i dati relativi agli elettori residenti all'estero registrati nelle Anagrafi degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE) dei Comuni italiani (di competenza del Ministero degli Interni) non corrispondono del tutto con quelli delle Anagrafi Consolari (di competenza del Ministero degli Affari Esteri).
In secondo luogo poiché sembrerebbe che vi sia stata una vera e propria caccia ai plichi elettorali da parte dei galoppini di vari candidati anche con offerte di denaro e, addirittura, si racconta del furto di plichi dalle cassette per le lettere nei condomini e nei quartieri dove maggiore è la concentrazione di famiglie italiane!
Ebbene se tutto questo fosse vero vi è una soluzione semplice per porvi rimedio. Con l'attuale legge del 2001 i cittadini italiani residenti all'estero sono divenuti elettori della Circoscrizione Estero. Tuttavia se desiderano, come nel passato, andare a votare in Italia potranno farlo facendo la relativa opzione di voto al proprio Consolato italiano di riferimento. In questo modo, avviene che il plico elettorale lo ricevono tutte le persone maggiorenni in ogni parte del mondo: anche quelle che non sono affatto interessate a votare per il Parlamento italiano; come pure le seconde, le terze ed anche le quarte generazioni dei primi emigrati italiani dai quali hanno ereditato la cittadinanza italiana per lo jus sanguinis, oppure coloro che a metà degli anni novanta hanno potuto recuperarla grazie ad una legge del Parlamento italiano la cui validità è peraltro durata solo alcuni anni. Persone che, in molti casi, non solo non hanno più alcun contatto con l'Italia ma, addirittura, non ne conoscono neppure la lingua. Ciò premesso, è evidente che per tutte queste persone il plico elettorale che ricevono dal consolato non ha alcun significato e pertanto è facile preda di qualche lestofante di galoppino elettorale. Ed ecco, a mio avviso, la soluzione semplice: invertire l'attuale opzione di voto degli elettori residenti all'estero. Cioè, come nel passato tutti i cittadini italiani residenti all'estero sono elettori iscritti nei rispettivi collegi in Italia. Vogliono votare, invece, per corrispondenza nella Circoscrizione Estero? Si rivolgano al loro consolato di riferimento chiedendo l'iscrizione nell'anagrafe elettorale della Circoscrizione Estero. In questo modo si risolve il problema di una gestione corretta della stessa anagrafe con indirizzi attuali, e quindi esatti, e tutti gli elettori riceveranno sicuramente il loro plico a domicilio, non si ingolferanno le poste di tutto il mondo e lo Stato risparmierà molti soldoni. Inoltre, essendo certamente degli elettori molto interessati a votare quelli che riceveranno il plico, esso non sarà ovviamente oggetto di donazione o vendita al lestofante di turno.

Pubblicato il

11.04.2008 13:30
Dino Nardi
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