In una dichiarazione inviata al capodipartimento del Territorio, Claudio Zali, l’Associazione dei cavisti ticinesi (Aigt) conferma l’impegno di «mantenere tutte le condizioni di lavoro del Ccl scaduto nel 2011, ivi compreso il prepensionamento a 60 anni». La dichiarazione ufficiale è datata giugno di quest’anno, la firma in calce è quella del presidente Aigt, Mauro Bettazza.Mentire sapendo di mentire. Come ben sa, lo stesso Bettazza alle sue dipendenze ha da oltre un anno un «operatore della pietra» con uno stipendio orario di 20 franchi, quasi cinque in meno della paga minima del Ccl 2011. Una riduzione di paga di mille franchi per l’operaio, grazie a cui il datore risparmia pure sugli oneri sociali. Dumping salariale, in altre parole. La prova, con tanto di documenti, è visibile sul sito denunciamoli.ch, la blacklist del sindacato Unia. Preso con le mani nella marmellata, il Bettazza non si scompone e rilancia. Intervistato da 20 minuti, dichiara: «Non si tratta di un contratto illegale. Parliamo di 3.500 franchi lordi al mese. Confronti questa cifra con quelle dell’industria in Ticino e poi ne parliamo». Bene, signor Bettazza. Ora parla chiaro.
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