anno XVIII, n° 2 - 13 febbraio 2015

L'editoriale
12.02.2015

di 

Claudio Carrer

L’obiettivo è chiaro, ma la soluzione è più incerta che mai. Presentando, mercoledì 11 febbraio, la sua proposta di attuazione dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” approvata dal popolo il 9 febbraio 2014, che chiede una regolazione autonoma e una limitazione dell’immigrazione, il Consiglio federale non è di fatto stato in grado di fare alcuna previsione su come la Svizzera concretizzerà la volontà popolare. Tutto dipenderà dall’esito degli imminenti difficilissimi negoziati con l’Unione europea (Ue) per un “adeguamento” dell’accordo sulla libera circolazione. Gli scenari possibili sono tre: «Otteniamo tutto, non otteniamo nulla oppure non otteniamo tutto ma nemmeno nulla», ha sintetizzato mettendo un po’ le mani avanti la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga in una conferenza stampa fiume con i colleghi Burkhalter e Schneider-Ammann. Del resto, le fatto eco il ministro degli esteri: «L’incertezza è cresciuta in Svizzera, come ovunque nel mondo».
Guardando però alle misure di politica interna proposte dal governo, una certezza la possiamo ricavare: sono discriminatorie e inadeguate (se non in minima parte) a risolvere i problemi che investono il mercato del lavoro in Svizzera.

Articoli

Franco forte
12.02.2015

di 

Francesco Bonsaver

15 gennaio, a poche ore dall’annuncio della Banca nazionale svizzera (Bns) di rinunciare al cambio fisso franco-euro, il padronato parte all’attacco chiedendo la riduzione dei salari. Al di là dei proclami catastrofistici, dal fronte, le fabbriche, si registrano in Ticino poco più di una decina di casi di tagli. Per ora. Ma vi sono anche esempi di rifiuto degli operai di accettare le indecenti proposte.

Il conflitto tra capitale e lavoro assume toni bellici, da guerra di classe si sarebbe detto un tempo. Le rivendicazioni degli ambienti padronali si susseguono a catena. La voce del padrone indica quale misura prioritaria la compressione del costo del lavoro. In altre parole, tagliare gli stipendi e aumentare le ore di lavoro a paga uguale. Pena la delocalizzazione e la soppressione degli impieghi.

Grecia-Ue
12.02.2015

di 

Argiris Panagopoulos

Un’altra Grecia ed un’altra Europa sono possibili. La Grecia della sinistra di Alexis Tsipras e di Syriza ha rotto il circolo vizioso neoliberista che negli ultimi anni ha scatenato una guerra contro i diritti e le libertà nel Sud Europa provocando una macelleria sociale che in Grecia, e non solo, si è trasformata in una crisi umanitaria.
Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yannis Varoufakis si sono mossi velocemente, con grande determinazione e specialmente coerenza sorprendendo la Germania e le istituzioni europee affini alla politica dell’austerità che impone Berlino. Trovando grandi alleati contro l’austerità negli Stati Uniti di Obama, nel G20 e nei paesi emergenti.

L'Italia di Renzi
12.02.2015

di 

Loris Campetti

Il nuovo uomo della provvidenza festeggia il suo primo anno di governo, ma al brindisi decide di non invitare il vecchio uomo della provvidenza, quello che per 12 mesi si era dimostrato il suo più fedele alleato.

Matteo Renzi ha diverse ragioni per festeggiare: ripescando dallo stagno della Prima Repubblica la pratica delle alleanze a geometria variabile, il presidente del Consiglio è riuscito a restare in sella agendo a seconda delle circostanze e della convenienza almeno tre diverse alleanze, da quella classica di governo con l’Ncd di Alfano, a quella con Berlusconi e Forza Italia, fino a (minacciare) l’alleanza con la sinistra di Sel.

Rubriche

12.02.2015

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Giuseppe Dunghi
12.02.2015

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Claudio Origoni
12.02.2015

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Olivier Peter, avvocato

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