Il portaledi critica socialee del lavoro
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La realtà del mondo del lavoro dovrebbe suggerire l’adozione di norme che rafforzino i diritti e la tutela della salute dei salariati, soprattutto in Svizzera, dove la legislazione sul lavoro è storicamente tra le più deboli d’Europa, minimalista, “essenziale” (come la definisce, prendendola a modello, un rottamatore di diritti come l’ex presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi). Eppure, la cronaca parlamentare e politica delle ultime settimane fa registrare un nuovo pesante attacco concentrico della destra e del padronato, il cui scopo è quello di smantellare ciò che resta, di cancellare dalla legge le più elementari forme di protezione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Giovane, formazione scolastica conclusa, gli amici, un lavoro. Una vita soddisfacente? No, la sua vita non è neppure normale perché Giacomo ha le pezze al culo. Lavora, sì lavora, ma niente pizza al sabato sera, le vacanze scordate da tempo e ora, al verde, si è pure indebitato. No, non fa un uso improprio dei suoi soldi: semplicemente guadagna poco, troppo poco. «Ho un impiego e prendo meno di chi è in assistenza: la situazione mi sta creando scompensi di vario tipo». Come è possibile? Giacomo* fa l’agente di sicurezza da anni: «Sì, è vero c’è un Ccl, ma la direzione ha trovato il modo di aggirarlo, mettendo in ginocchio molti di noi».
Combattere la povertà. È la motivazione ufficiale per cui il Canton Neuchâtel ha giusticato la necessità d’introdurre un salario minimo, quale misura di politica sociale per contrastare la povertà dei propri cittadini. Una pratica avallata dal Tribunale federale lo scorso agosto quando ha bocciato il ricorso delle associazioni padronali contrarie al salario minimo di 20 franchi l’ora, circa 3.500 mensili. In Ticino, definito da tutti gli indici nazionali il cantone con il più alto tasso di povertà (e in forte crescita), il governo proporrà a breve l’importo di salario minimo. Come riportato da area lo scorso numero, tra le 16.000 e le 20.000 persone (di cui 5.000-8.000 residenti) si vedrebbero aumentare la paga, se ciò dovesse avvenire (http://tiny.cc/n27ony). Con l’autore della prima analisi cantonale “La povertà in Ticino“ pubblicata nel 1987, l’economista e ricercatore Christian Marazzi, area s’interroga sull’impatto dell’arrivo di un salario minimo nella realtà cantonale.
Una colata di fango e detriti che travolge un paese, persone sfollate, una strada chiusa per una settimana e un’inutile polemica basata su un falso problema gonfiato per accaparrarsi simpatie. Una strategia che si è però rivelata controproducente.
Santiago è un giovane argentino di 28 anni. Gira il paese da nord a sud, accompagna le lotte e poi riparte. Da qualche settimana si trovava in Patagonia, nella provincia del Chubut. Lì vivono e si organizzano i Mapuche, comunità che reclama la restituzione della terra della quale fu espropriata negli anni del genocidio degli indigeni, terra che è stata poi ceduta illegalmente a compagnie private e finalmente accaparrata dai latifondisti della famiglia Benetton.
Prima giornata di mobilitazione contro la nuova riforma del lavoro, con 180 cortei in tutta la Francia, martedì 12. “È un successo per un inizio”, ha commentato Philippe Martinez, segretario della Cgt, l’organizzatore principale della protesta, assieme a Solidaires, Fsu e gli studenti dell’Unef.
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