anno XX, n°9 - 26 maggio 2017

L'editoriale
24.05.2017

di 

Claudio Carrer

Accettando la Strategia energetica 2050, il popolo svizzero ha preso una decisione storica e lungimirante, che getta le basi per una svolta, per un futuro energetico all’insegna dell’efficienza, della sicurezza, del rispetto del clima e dell’ambiente. Dopo l’Italia col referendum consultivo del 1987 che sancì la volontà dei cittadini di vivere in un paese senza nucleare, la Svizzera diventa così il primo paese in Europa e nel mondo ad aver deciso per via democratica il definitivo abbandono di questa fonte energetica pericolosa ed economicamente fallimentare. Una decisione non figlia dell’emotività, ma frutto della ragionevolezza e della maturità raggiunte dopo decenni di confronto e di dibattito nell’opinione pubblica che il movimento anti-nucleare elvetico ha avuto il merito di mantenere sempre vivi. Nulla hanno potuto i milioni (donati da chi non si sa) spesi dall’Udc per la sua solita campagna “terroristica” e menzognera.

Articoli

La storia
24.05.2017

di 

Francesco Bonsaver

Lasciare il Ticino per motivi economici. Tra costi che crescono, paghe stagnanti e tagli alla socialità, sempre più persone faticano ad arrivare a fine mese. Loro malgrado, l’unica soluzione diventa andare a vivere oltre confine, diventando dei frontalieri. Le motivazioni della difficile scelta di Lisa, suo marito e i loro due figli per capire un fenomeno emergente in Ticino. Un misto di amarezza, di rabbia ma anche di serenità per la scelta fatta. È lo stato d’animo di Lisa, sposata e giovane madre di due figli in tenera età.

Lo studio
24.05.2017

di 

Claudio Carrer

Hanno tra i 26 e i 35 anni, provengono da tutte le parti d'Italia, posseggono titoli di studio molto elevati o diplomi, alcuni svolgono lavori altamente qualificati, altri mansioni più umili rispetto ai titoli conseguiti e altri ancora abbandonano gli studi per tuffarsi nei settori della ristorazione, dell'edilizia o nell'industria, in genere non vivono problemi d'integrazione, non hanno contatti né col sindacato, né con gli organi di rappresentanza della comunità italiana in Svizzera, né con le generazioni delle precedenti ondate migratorie. Questo, in estrema sintesi, il profilo dei nuovi migranti italiani a Zurigo, una meta  sempre più gettonata tra le decine di migliaia di giovani che ogni anno decidono di lasciare l'Italia per andare a cercare lavoro e fortuna altrove.

Ticino
24.05.2017

di 

Raffaella Brignoni

Il logo “White power”, una svastica, una croce celtica e un numero in codice che significa “Heil Hitler” per fermare quel nero tamarro, perché tale è, che li “provocava” con le sue canzoni. E così i giustizieri della Lugano da bere, i salvatori della razza bianca si sono incappucciati e hanno infestato la città di volantini intimidatori. Quel concerto non si doveva svolgere, Bello Figo qui non aveva da mettere piede. E per farsi capire, a scanso di equivoci, hanno sfoderato la mitraglieria simbolica più violenta del Novecento, dietro cui ci sono milioni di morti ammazzati.

Lugano
24.05.2017

di 

Raffaella Brignoni

Svolta il Lac, inforca via Adamini, e fai cento metri: dopo il grande polo culturale di Lugano, che segue un percorso istituzionale, te ne ritrovi un altro a misura di giovane fatto di sperimentazioni, pochi mezzi, ma tanta creatività. Anche questa è cultura e la si produce allo Spazio Morel, là dove sorgeva una storica autoconcessionaria della città, che da trenta anni ha cessato la sua attività.

Venezuela
24.05.2017

di 

Maurizio Matteuzzi

Il Venezuela sull’orlo del baratro. Crisi economica drammatica (pil -11% nel 2016, inflazione al 700% l’anno passato e, per l’Fmi, 1.600% quest’anno), stallo politico totale, tessuto sociale a forte rischio di rottura con emergenza sanitaria e penuria alimentare, scontri e morti nelle strade, chavismo nell’angolo e destra scatenata dall’odore di una rivincita attesa da vent’anni, crescente isolamento latino-americano e internazionale.

Italia
24.05.2017

di 

Loris Campetti

Qui le villette per gli impiegati, là le dignitose case per gli operai, l’albergo per gli impiegati e quello per gli operai. Fin dalla nascita il cantiere di Monfalcone ha ospitato tecnici e lavoratori di mezza Europa, persino dalla Scozia perché in questa terra giuliana appoggiata al Carso non c’erano le professionalità per la costruzione di navi.

Rubriche

24.05.2017

di 

Ferruccio D'Ambrogio
24.05.2017

di 

Sarah Rusconi
24.05.2017

di 

Elena Fiscalini

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