B. Spinelli: «La Turchia è ormai una dittatura»

Barbara Spinelli è stata espulsa dalle autorità turche nella notte tra il 13 e il 14 gennaio scorso. L’avvocata, impegnata da anni nella difesa dei diritti delle donne turche e della minoranza curda, era diretta ad Ankara per prendere parte ad un convegno sugli effetti dello stato di emergenza sul sistema giuridico turco. «Mi hanno fermata in aeroporto. Sono stata rinchiusa in una stanza con tre poliziotti. Qui mi hanno comunicato l’espulsione. E che avrei dovuto prendere il primo volo disponibile per l’Italia», ha dichiarato ad area Barbara Spinelli.

 

«Mi hanno comunicato di essere stata espulsa per motivi di sicurezza. Un poliziotto ha cercato di intimidirmi. E infine hanno preso la batteria del mio cellulare», ha spiegato l’avvocata che ha ottenuto la solidarietà di numerosi Consigli degli ordini degli avvocati in Italia, una volta rientrata. Sarebbe stata la prima partecipazione dell’avvocata a un convegno dove sarebbe dovuta intervenire in prima persona per denunciare le violazioni dei diritti perpetrate dalle autorità turche. «Avrei raccontato la mia esperienza di osservatore internazionale. Dopo la proclamazione dello stato di emergenza in Turchia, sono stati approvati decreti lesivi dei diritti delle persone messe in stato di fermo. Ormai gli arresti hanno censurato ogni voce critica e messo al bando le più importanti associazioni che difendono i diritti umani», ha aggiunto Spinelli.


La censura delle voci critiche ha raggiunto delle vette senza precedenti in seguito al fallito golpe del 15 luglio 2016. «Con la detenzione dei leader del partito della sinistra filo-curda (Hdp), Salahettin Demirtas e Figen Yuksekdag, la Turchia si è trasformata in una vera dittatura. In base alla riforma costituzionale appena approvata il governo eleggerà tutti gli organi istituzionali. Questo garantisce l’impunità del governo e l’isolamento delle forze democratiche», ha proseguito l’avvocata. I primi a pagarne le spese sono ancora una volta i curdi turchi. «Gli esponenti di Hdp subiscono una costante criminalizzazione. Prima hanno tentato di annullare la loro credibilità politica. Ora vogliono eliminarli fisicamente. Tutto si è iniziato con l’arresto di sindaci delle municipalità governate dal partito filo-curdo. Poi è stata annullata l’immunità parlamentare dei deputati Hdp. A questo punto non esiste un’opposizione parlamentare a Erdogan. Gli osservatori internazionali non possono avere contatti con i deputati Hdp arrestati che di fatto sono in uno stato di totale isolamento», ha denunciato Spinelli.


Nonostante tutto questo resta in vigore l’accordo tra Unione europea e Turchia in materia di gestione dei flussi migratori. «Non c’è un solo motivo per giustificare la permanenza dell’accordo con la Turchia sui migranti. Sul piano giuridico questa è una grande colpa imputabile all’Ue. In altre parole l’Unione europea in questo modo legittima un dittatore come Erdogan. Le diplomazie europee non hanno fatto abbastanza per denunciare le violenze sui civili commesse in Turchia e il vero e proprio genocidio della popolazione curda», ha aggiunto l’avvocata. Particolarmente gravi sono le violazioni dei diritti umani che subiscono le donne turche e curde. «I sindaci arrestati sono soprattutto donne; le guerrigliere del Pkk, uccise dai soldati turchi, vengono esposte per strada. È stata presentata una proposta di legge discriminante per lo stupro. Le condizioni delle donne sono peggiorate, non viene accettata nessuna forma di autodeterminazione della soggettività femminile», ha concluso l’avvocata.


Si svolgerà tra il 2 e il 9 aprile prossimo il referendum costituzionale per l’approvazione della riforma presidenzialista voluta da Erdogan. Al centro della riforma, il trasferimento del potere esecutivo nelle mani del presidente, che potrà nominare e revocare i ministri, emanare decreti e sciogliere il Parlamento, restando anche formalmente leader del suo partito. Il capo dello Stato nominerà i giudici costituzionali e del Csm, oltre ai principali dirigenti statali, controllerà il bilancio e potrà decretare lo stato di emergenza. Se eletto, Erdogan potrà restare al potere anche fino al 2029. La riforma snatura così il sistema politico turco trasformando la carica presidenziale da neutrale a politica, con poteri assoluti. La Turchia andrà al voto in un contesto di allerta terrorismo dopo l’attentato di Capodanno a Istanbul, rivendicato dallo Stato islamico (Isis), che ha causato 39 vittime, e in una fase di emergenza democratica, con oltre 40.000 arresti e 130.000 epurazioni, almeno 151 giornalisti in prigione e decine di media chiusi.

Pubblicato il

25.01.2017 20:45
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