Giuseppe Acconcia (Salerno, 1981), giornalista e ricercatore, si occupa di Iran e Medio Oriente. Laureato in Economia, dal 2005 ha vissuto tra Iran, Egitto e Siria collaborando con testate italiane (Il Manifesto, Il Riformista, Radio 2, RaiNews), inglesi (The Independent) ed egiziane (Al Ahram). Ha lavorato come insegnate di italiano per migranti e all'Università americana del Cairo. Si è occupato di cooperazione euromediterranea e ha pubblicato racconti, poesie e romanzi brevi. Dal 2012 collabora con area. |
L'autore ha scritto 15 articoli
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Guerra e pace | 29.03.2018 |
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L’esercito turco è entrato nel centro del cantone curdo di Afrin lo scorso 18 marzo. Secondo le Nazioni Unite, sono centinaia di migliaia i civili costretti alla fuga in seguito agli attacchi dell’operazione “Ramoscello di Ulivo”, avviata il 20 gennaio scorso. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sarebbero 1500 i morti tra le Forze siriane di difesa (Sdf) che includono i/le combattenti curdi/e Ypg/Ypj, 447 sarebbero i morti tra gli aggressori pro-Erdogan, 78 tra i militari turchi, 90 tra i miliziani pro-Assad e 289 i civili. Tra i morti si contano anche due combattenti che dall’estero hanno raggiunto le Unità di protezione femminile, la britannica Anna Campbell e l’argentina, Alina Sanchez. |
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Migrazione | 30.11.2017 |
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«Quest’uomo è stato venduto per 700 dinari libici, quest’altro per 1.200 (876 franchi, ndr)»: sono le parole di un migrante che ha filmato la tratta disumana di questi schiavi moderni. Purtroppo non accennano a fermarsi le stragi nel Mediterraneo. 31 migranti sono morti lo scorso sabato nel naufragio di due barconi al largo della costa libica. Secondo le prime ricostruzioni, la guardia costiera libica ha soccorso e salvato 326 migranti (63 donne e 61 bambini) mentre sono 40 i dispersi. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha confermato che sono stati oltre 161.000 i migranti che sono riusciti ad arrivare in Europa solo quest'anno, mentre quasi 3.000 sono scomparsi in mare.
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L'intervista | 25.01.2017 |
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Barbara Spinelli è stata espulsa dalle autorità turche nella notte tra il 13 e il 14 gennaio scorso. L’avvocata, impegnata da anni nella difesa dei diritti delle donne turche e della minoranza curda, era diretta ad Ankara per prendere parte ad un convegno sugli effetti dello stato di emergenza sul sistema giuridico turco. «Mi hanno fermata in aeroporto. Sono stata rinchiusa in una stanza con tre poliziotti. Qui mi hanno comunicato l’espulsione. E che avrei dovuto prendere il primo volo disponibile per l’Italia», ha dichiarato ad area Barbara Spinelli. |
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Guerra | 07.04.2016 |
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Con Massimo Campanini, docente di Storia e Civiltà islamica all’Università di Trento, abbiamo discusso di cause e conseguenze degli attentati a Bruxelles. Gli attacchi in Belgio sono l’espressione del disagio sociale e giovanile nelle periferie europee? Dagli attentati di Londra e Madrid fino alle rivolte nelle banlieues parigine, il disagio sociale, diffuso all’interno del mondo giovanile di seconda generazione, è stato sempre al centro. Questo sotto-proletariato (anche se il termine non va più di moda) non si è sentito integrato socialmente e ideologicamente nei modelli di associazione sociale ed etica. Come questo tipo di disagio socio-culturale si traduca in rifiuto della realtà occidentale e possa rivestirsi dell’attrattiva del jihadismo non è facile da spiegare.
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Dopo Charlie Hebdo/3 | 29.01.2015 |
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L’uccisione a sangue freddo in casa loro, la redazione parigina, dei fumettisti di Charlie Hebdo, Georges Wolinski, Jean “Cabu” Cabut, Stéphane “Charb” Charbonnier, Bernard “Tignous” Verlhac, Philippe Honoré e dell’economista Bernard Maris può essere interpretata come un passo avanti nella mediatizzazione del terrore. Gli uomini che hanno fatto irruzione nella redazione parigina erano ben addestrati e motivati da odiosi sentimenti di rivalsa per i toni anti-islamici e blasfemi delle vignette del giornale. |
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L'intervista | 27.08.2014 |
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«Siamo più vicini alla terza Intifada». È il commento ad area di Ilan Pappé, storico israeliano e direttore del Centro europeo per gli studi palestinesi all'Università di Exeter in Gran Bretagna, sull’escalation di violenze nel conflitto israelo-palestinese dopo l’avvio dell’operazione “Margine protettivo”. «I continui attacchi in corso rafforzeranno la campagna internazionale di boicottaggio contro il governo israeliano (Bds), allontaneranno l’Autorità nazionale palestinese (Anp) dal processo di pace e inaspriranno le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ovunque essi si trovino», denuncia Pappé. |
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