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Lavoro e dignità

Falegnami furiosi e indignati con Lugano

di

Francesco Bonsaver

«Dov’è andato a finire lo Stato che si occupa del bene comune? Lo Stato che promuove un’imprenditoria sociale e una società sana?». Sono alcune delle domande poste dall’Associazione ticinese fabbricanti mobili e serramenti, in una lettera inviata al Municipio di Lugano, in relazione al pontile di legno sul lungolago cittadino. «Come associazione di ditte oneste siamo sconvolti. Possibile che il Municipio della città più importante del Ticino con i suoi servizi non sia in grado di valutare la capacità tecnica di un imprenditore proposto per un concorso ad invito? Chi doveva controllare l’operato dell’architetto Huber non si è accorto che il concorso su invito per opere di falegname si rivolgeva unicamente a ditte non tipiche del settore?». Almeno una ventina di ditte locali potevano svolgere quel lavoro, segnala l’associazione dei falegnami ticinesi.   


«Chi ha deliberato il lavoro alla Franco dell’Oro Sa, specialista in arredamenti per bar, già sapendo che non sarebbe stata in grado di concludere in proprio questo lavoro, perché ha voluto promuovere un subappalto a una ditta già sulla lista nera dell’Ufficio esecuzioni e facente capo allo stesso personaggio della fallita Ringhio Sa?».
L’associazione di categoria chiude la propria lettera all’esecutivo luganese con un’amara convinzione e una richiesta. «Stimato Municipio, sono troppe le domande aperte. Siamo convinti che sotto questa spiacevole storia ci siano interessi particolari da nascondere. Chiediamo pertanto che venga istituita una commissione d’inchiesta indipendente che chiarisca le responsabilità, faccia piazza pulita e riporti alle ditte oneste un po’ di speranza e fiducia nel futuro andata persa in questa penosa faccenda».

Pubblicato

Mercoledì 25 Settembre 2019

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Palazzo & Lavoro
25.09.2019

di 

Francesco Bonsaver

Dal 2014 al 2018, il Municipio di Lugano ha affidato 33 mandati diretti a tredici aziende attive nel campo della attrezzatura da cucina e affini per poco meno di 520mila franchi. Una quattordicesima ditta, invece, è stata più fortunata. Nel medesimo campo e periodo infatti, la Franco dell’Oro Sa, di mandati diretti ne ha ricevuti 35 per oltre 720mila franchi.

La ditta era al centro della recente scandalo per essersi vista attribuire un mandato su invito pur non avendo le qualifiche, subappaltandolo poi a una ditta fallita.

L’Associazione dei falegnami ticinesi, indignata, ha scritto una dura lettera al Municipio, dicendosi convinta che dietro la spiacevole storia si nascondano interessi particolari. Quali competenze tecniche possiede quell’unica ditta per farla preferire di gran lunga alle concorrenti?


Lavoro e dignità
12.09.2019

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Francesco Bonsaver

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L'esperta
25.09.2019

di 

Francesco Bonsaver

Federica De Rossa insegna e dirige l’Istituto di Diritto all’Università della Svizzera italiana ed è docente alla Facoltà di diritto di Lucerna. Inoltre è Giudice supplente del Tribunale federale alla Corte di diritto pubblico. Tra i suoi numerosi campi di competenza, si occupa del tema della lotta alla corruzione e dell’individuazione di meccanismi atti a garantire integrità e trasparenza dell’amministrazione pubblica e del settore parastatale, nonché del diritto degli appalti pubblici. Alla professoressa De Rossa abbiamo chiesto di descriverci gli obiettivi e il funzionamento dei mandati diretti.

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