Spazio Amnesty

Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha confermato in modo inequivocabile in tutti i suoi rapporti che il cambiamento climatico è reale e che le emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana ne sono la principale causa. Tra le conseguenze maggiori del cambiamento climatico ci sono la maggiore frequenza di fenomeni meteorologici estremi e disastri naturali, l’aumento del livello del mare, le inondazioni, le ondate di calore, la siccità, la desertificazione, la scarsità d’acqua e la diffusione di malattie tropicali.

 

Questi fenomeni minacciano direttamente e indirettamente il pieno ed effettivo godimento di una serie di diritti umani in tutto il mondo, inclusi i diritti alla vita, all’accesso all’acqua potabile e a servizi igienici, all’alimentazione, alla salute, all’abitazione, all’autodeterminazione, alla cultura, al lavoro e allo sviluppo, come sottolineato sia dall’Ipcc che da una risoluzione del Consiglio per i diritti umani.


Gli impatti negativi del cambiamento climatico colpiscono in modo sproporzionato persone e comunità che già si trovano in situazioni di svantaggio a causa, tra gli altri fattori, di posizione geografica, genere, età, disabilità, origine culturale e che storicamente sono state quelle che hanno contribuito meno alle emissioni di gas serra. In modo particolare, gli Stati che vivono in zone costiere, in ecosistemi artici o più generalmente in pericolo, affrontano le maggiori minacce. Gli effetti causati dalla crisi climatica aumentano in modo esponenziale e con velocità sempre maggiore; pertanto, è necessario approcciare a soluzioni che tengano conto anche dei diritti umani.


Nel preambolo dell’Accordo di Parigi relativo alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è stato chiaramente stabilito che tutti gli stati “nell’adottare misure per affrontare il cambiamento climatico devono rispettare, promuovere e tenere conto dei rispettivi obblighi internazionali in materia di diritti umani”. È fondamentale adottare un simile approccio che guidi le politiche e le misure globali progettate per affrontare la crisi climatica e gli effetti che da essa derivano. L’obiettivo principale nella creazione di nuove politiche e programmi deve essere quello di garantire i diritti umani, è infatti necessario oggi identificare i titolari dei diritti e i loro diritti, per soccorrere chi maggiormente soffre per gli impatti della crisi climatica.


Purtroppo, il problema della crescente disuguaglianza è strettamente legato a quello dei cambiamenti climatici. Se continuiamo sulla stessa strada, che ci ha condotto alla nostra “nuova normalità”, intere regioni diventeranno inabitabili, creando rifugiati climatici e molte perdite umane. Una recente mappa, basata su un aumento medio della temperatura di 2,7 gradi, mostra che in diverse parti del mondo ampie aree sono già diventate totalmente inabitabili, e una grande parte del pianeta è soggetta a condizioni di vita estremamente difficili.


Il rapporto tra ambiente e diritti è centrale per l’esistenza di tante società, le conseguenze delle loro politiche e azioni incidono in maniera sempre crescente su sistemi che sono fortemente connessi, per questo è fondamentale iniziare a occuparci della crisi climatica anche e soprattutto come un problema umanitario.

Pubblicato il 

26.10.23
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