L’8 marzo si avvicina e i fioristi iniziano a fare scorte di mimose.

È qui la festa? Ma quale festa? Quella delle donne bistrattate dal mondo del lavoro, sottopagate, sovraoccupate, che andranno in pensione con rendite miserabili rispetto agli uomini?

 

Unia domani scende in piazza e lancia una campagna contro le molestie sessuali.


Più che una festa, chiamiamola con il giusto nome: una ricorrenza a livello internazionale per ribadire le ingiustizie e le discriminazioni che il genere femminile subisce ancora nel 2024. Per questo non ci può essere nulla da celebrare, se non reclamare i propri diritti.

Quello che domani il sindacato Unia farà con una serie di azioni in tutta la Svizzera per chiedere salari più elevati e misure contro le molestie sessuali. L’8 marzo di quest’anno sarà concentrato in particolare sulle condizioni vissute nel settore alberghiero e della ristorazione.

 

Se il dibattito è giustamente polarizzato sul divario salariale, che disgiunge in maniera arbitraria e scandalosa le paghe femminili (la metà delle donne guadagna ancora meno di 4.126 franchi), determinando traiettorie di vita più difficili, altri problemi asfissiano le lavoratrici. I tempi di lavoro, ad esempio, che incalzano giorno su giorno, condannandole a una vita imprigionata fra doveri professionali e familiari.

 

L’appuntamento è per domani in Piazza Federale a Berna, e in altre grandi città svizzere, con azioni per richiamare l’attenzione sulla situazione delle dipendenti del settore alberghiero e della ristorazione.

Unia è pronta a scendere in campo: «Non chiediamo solo salari più elevati, ma anche condizioni di lavoro migliori, misure per migliorare la conciliazione tra vita privata e professionale, una pianificazione tempestiva dei turni, la fine del lavoro su chiamata e un aumento dei controlli per garantire il rispetto delle condizioni. C’è bisogno di cambiare le cose in questo settore in cui lavorano tante donne».


Donne che sono confrontate con un altro tipo di problema. Una recente inchiesta condotta da Unia nel ramo alberghiero e della ristorazione parla di abusi e molestie sessuali dichiarati dalle intervistate nella misura del 42%.


Alla vigilia dell’8 marzo si aggiunge un ulteriore tassello che, come un segreto di Pulcinella, non stupisce. Ciò che è sempre stato nell’aria, prende la consistenza di un numero. Piccolo il campione, 260 le persone intervistate, ma importante: «ll sondaggio non è rappresentativo in termini statistici, ma conferma i risultati osservati da Unia sul campo e mostra chiaramente quali siano i problemi maggiormente sentiti nel campo professionale della ristorazione e dell’albergheria».


 

Nello specifico quasi la metà delle dipendenti interpellate ha rivelato di essere stata vittima di mobbing, mentre il 27% ha subito molestie sessuali sul luogo di lavoro. In tre quarti dei casi, l’autore delle molestie o del mobbing era il superiore (37%), mentre per il 39% si è trattato di un collega.

Per Unia elemento particolarmente grave è il fatto che solo poco meno di una persona su quattro, vittima di questi fatti, ha potuto contare sul sostegno del proprio superiore (23%).

 

Al di là della precisione scientifica del sondaggio, emerge una situazione cronicizzata di un problema figlio di una cultura arcaica. Criticità che si manifestano con persistente ripetitività in alcune professioni legate al concetto di “servire”, dove viene mantenuto vivo il concetto di subalternità. Subordinati a capi e capetti in una scala gerarchica che vede posizionarsi, con le declinazioni dei ruoli di potere, padroni e personale della ristorazione.


Unia, che chiede netti miglioramenti nel nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro nel ramo alberghiero e della ristorazione (Ccnl), chiama a raccolta le lavoratrici attive nel settore invitandole a partecipare in massa alla giornata di domani per far sentire le loro rivendicazioni e dire basta al sessismo.


Una partecipazione che sarà molto importante, perché in occasione della “festa della donna” (ironia voluta) il sindacato Unia lancerà una campagna di sensibilizzazione contro le molestie sessuali sul posto di lavoro, purtroppo tema ancora di attualità. Per partecipare attivamente si possono ordinare adesivi da portare in fabbrica, in ufficio, in azienda per dichiarare il proprio luogo di lavoro una “zona a zero molestie”.

Gli adesivi possono essere ordinati qui.

Pubblicato il 

07.03.24
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