Manifestazione 16 settembre

L'economia va bene, le industrie fatturano a pieno regime, la disoccupazione è bassa, ma gli stipendi diminuiscono, mentre i costi esplodono e la popolazione stringe la cinghia per i costi di cassa malati, affitti, energia, trasporti. Conclusione? In Svizzera mai il potere d’acquisto è stato così debole, tanto da mettere in difficoltà una sempre più larga fascia di popolazione. Ieri il problema è stato affrontato da Mister Prezzi, Stefan Meierhans, che ha riunito le organizzazioni dei consumatori per fare il punto della situazione, mentre l'Unione sindacale svizzera organizza per sabato 16 settembre una grande manifestazione a Berna per chiedere l’aumento di salari e pensioni!

 

L’appuntamento è per sabato 16 settembre: alle 13.30 è previsto il raduno sul piazzale Schützenmatte, in prossimità della stazione centrale di Berna, e poi via di fronte al governo. È un appuntamento, in un certo senso, con la storia di un paese che non ha mai vissuto un divario sociale così importante, tanto da mettere in discussione la stabilità sociale e la tenuta della classe media.


Il professor Sergio Rossi evidenzia che una situazione simile non si è presentata neanche dopo la fine dei due conflitti mondiali del secolo scorso, mentre Daniel Lampart, economista dell’Uss, sulla diminuzione dei salari sottolinea: «È la prima volta che accade dalla Seconda guerra mondiale. Attualmente sono inferiori di quasi il 3% rispetto al 2020».


Per contro da due anni i prezzi esplodono: i premi della cassa malati, i costi per un appartamento, le spese di riscaldamento, di trasporto, dei generi alimentari. Già, tutto aumenta, comprese le remunerazioni di dirigenti, azionisti e top manager che hanno visto lievitare i loro utili . Tutto tranne i salari dei comuni mortali (la maggior parte della popolazione) e le rendite pensionistiche.

 

Il risultato? Per l’Unione sindacale svizzera, che lancia l’allarme e l’appello a mobilitarsi il prossimo 16 settembre, la situazione finanziaria della popolazione si è deteriorata a un punto di quasi non ritorno, se la politica non interviene immediatamente e urgentemente.
«L’aumento dei prezzi dei beni di uso quotidiano, gli affitti più alti, i premi di cassa malati destinati a pesare ancora di più nel 2024, hanno messo a dura prova il potere d’acquisto. A titolo di esempio una coppia con due figli avrà 3mila franchi in più di spese fisse l’anno prossimo: si tratta di cifre importanti che, affinché si possa farvi fronte, vanno compensate con un aumento degli stipendi» sottolinea Véronique Polito, vicepresidente di Unia.


Per Daniel Lampart, capoeconomista dell’Uss, una cosa è certa: «Attualmente in Svizzera si registra un ritardo salariale del 5%, nonostante l’economia vada bene. Le lavoratrici e i lavoratori non solo non hanno visto nulla di questa congiuntura positiva, ma sono stati penalizzati. I grandi beneficiari sono stati i dirigenti, che hanno visto aumentare le loro rendite fra il 2020 e il 2022. Un aumento dei profitti delle aziende che è responsabile di quasi la metà dell’inflazione in Europa, Svizzera compresa».


Se non si mette un argine, dovremo convivere con la nuova storia di un paese che prosegue a due corsie completamente separate l’una dall’altra con la crescita di disparità, conflitti sociali, perdita di stabilità.

I salari non sono più un argomento che può essere ignorato dall’agenda politica e devono aumentare in linea con l’inflazione e la produttività del lavoro.


Che cosa fare quindi per combattere l’erosione del potere di acquisto? Non ci sono altre soluzioni che «un aumento salariale del 5%. È necessario, perché il recupero degli ultimi anni è notevole da colmare. Del resto, la crescita della produttività all’interno del paese e il contesto economico rendono possibile questa misura» continua Lampart.

Per tutti questi motivi, le federazioni dell’Uss, fra cui Unia, chiedono aumenti che comprendano la piena compensazione dell’inflazione, l’indennizzo della cassa malati per un vero aumento dei salari reali, vale a dire un incremento di circa il 5%.


Secondo Sergio Rossi, inoltre, bisogna distinguere l’inflazione dal rincaro reale: «Il tasso calcolato dall’Ufficio federale di statistica (Ust) si basa su un paniere tipico di un’economia domestica, ma esclude voci di spesa importanti come l’affitto o l’assicurazione sanitaria anche se pesano molto sui bilanci delle famiglie e dei singoli. Questo perché non sono considerati beni o servizi. La verità è che l’aumento dei prezzi va ben oltre quello che dicono le cifre. L’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti è presa in considerazione solo in parte. C’è una distorsione statistica».


I miglioramenti per lavoratrici e lavoratori non cadono come manna dal cielo: bisogna lottare per ottenerli, facendo pressione per l’aumento degli stipendi!
Per questo Unia, che organizza il trasporto gratuito a Berna, invita tutte e tutti a partecipare per mandare un forte segnale alla politica.
In gioco c’è il benessere di un paese, della sua collettività, di tutti noi.

 

Per iscriversi, cliccare qui: https://ticino.unia.ch/manifestazione-per-i-salari

 

Pubblicato il 

06.09.23
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