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Il fenomeno dei giovani che si ritrovano in una situazione di inattività lavorativa, che non stanno svolgendo un apprendistato o che non frequentano un altro percorso di studi, i cosiddetti “Neet” (Neither in Employment or in Education or Training) è emerso in Ticino negli ultimi anni in tutta la sua rilevanza. In Svizzera sono in media il 6-7% della popolazione giovanile tra i 15 e i 24 anni; in Ticino si stima che questa condizione tocchi il 16-18% dei giovani attivi (circa 500-600 giovani).


Una situazione allarmante, strettamente legata al fatto che più di un terzo degli apprendisti ticinesi abbandona la professione prima di terminare la formazione. Una parte di questi ragazzi riesce a trovare delle alternative, altri invece prolungano una situazione di inattività che riduce in modo drastico le possibilità di rientrare in un percorso formativo e in ultima analisi la possibilità di essere integrati nel mondo del lavoro. Di questi ultimi, alcuni sono prontamente intercettati dalla rete di misure e progetti presenti sul territorio cantonale, altri invece si ritrovano abbandonati a sé stessi.


Dati statistici che mostrano però solo una parte del problema: a questa condizione è spesso legato un pesante e negativo impatto sullo stato d’animo dei giovani che sfocia anche in forti situazioni di disagio.
Attraverso il messaggio governativo “Progetto Obiettivo 95%” approvato dal Gran Consiglio nel maggio 2020, il Cantone ha gettato le basi per dare una risposta alla problematica, introducendo nella Legge della scuola l’obbligo formativo fino a 18 anni e mettendo in campo una serie di soluzioni concrete per i giovani fino ai 25 anni.


In estrema sintesi l’obiettivo cantonale è quello di disporre di un sistema capace di rilevare e agganciare i ragazzi e assicurare che questi siano accompagnati verso un progetto individuale di formazione che possa permettere loro di conseguire un diploma del secondario. Il parlamento ticinese ha identificato nel quadriennio 2019-2023 il lasso di tempo utile per determinare l’efficacia delle misure messe in campo e comprendere se e come prolungare quest’esperienza negli anni successivi. A breve saranno dunque resi noti i primi risultati.


Al raggiungimento degli obiettivi di riduzione del tasso d’abbandono scolastico e di riduzione e prevenzione della disoccupazione giovanile concorrono con un notevole e positivo impatto anche tutte quelle attività di bassa soglia svolte dalle numerose organizzazioni no profit attive sul territorio ticinese che, in modo complementare all’azione cantonale (e dei Comuni attraverso i propri servizi sociali), entrano in contatto con questi ragazzi e li sostengono sotto diversi aspetti.


Nel mese di marzo 2022, proprio qui su area, ragionavo sullo stato attuale di questo encomiabile lavoro evidenziando però quello che reputavo un grande difetto: un’azione poco coordinata degli attori in campo che rendeva dunque i servizi parcellizzati e troppo poco integrati. L’auspicio era dunque quello di promuovere una riflessione complessiva che partisse innanzitutto dai bisogni dei giovani per poi costituire una rete di sostegno basato sulle nuove reali necessità.


Nel frattempo molto è stato fatto in questa direzione all’interno del progetto “Tavolo Check Your Chance Ticino”, una realtà attiva da aprile 2022 che coordina l’azione di sei organizzazioni no profit attive in questo ambito e del quale SOS Ticino fa parte unitamente a Pro Juventute, IPT, LIFT, YES e Rock Your Life.


Grazie a una visione comune che mette al centro il giovane e i suoi bisogni, le sei organizzazioni offrono oggi una rete d’accompagnamento per i giovani dai 13 ai 30 anni utile ad affrontare le delicate fasi di passaggio dalla scuola media all’apprendistato/formazione e al mondo del lavoro, riducendo il rischio di abbandono dei percorsi d’accompagnamento soprattutto dei giovani più fragili. Si tratta di un passo verso una presa di coscienza collettiva della problematica che sta già dimostrando in questo primo anno di attività di essere capace di contribuire positivamente agli obiettivi cantonali di riduzione del tasso d’abbandono formativo e più in generale della disoccupazione giovanile.

Pubblicato il 

22.06.23
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