Il portaledi critica socialee del lavoro
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“La creazione di un fondo per le vittime dell’amianto è una gran buona cosa, ma mi domando: i responsabili materiali della tragedia contribuiscono al suo finanziamento? E non dovrebbero anche rispondere del loro comportamento davanti a un tribunale?”. È l’interrogativo, comprensibile e legittimo, posto da un lavoratore e militante di Unia durante una recente assemblea sindacale in cui veniva presentato il Fondo di risarcimento per le vittime dell’amianto (Fva) in Svizzera, formalmente operativo da alcuni giorni. Un interrogativo da cui emerge con prepotenza quel sentimento d’ingiustizia che pervade chiunque è stato toccato (direttamente o indirettamente) da questa tragedia umana e ambientale con cui purtroppo, nonostante l’amianto in Svizzera sia bandito dal 1990, dovremo fare i conti ancora per decenni.
Sarebbe però sbagliato giudicare il fondo appena istituito utilizzando il bisogno di giustizia come metro di giudizio, perché non è questa la sua funzione.
Dopo l’Ufficio del sostegno sociale (Ussi), il Consiglio di Stato ticinese ha deciso che anche l’Istituto assicurazioni sociali (Ias) esternalizzi ad una società d’incasso privata l’attività di recupero crediti. In questo caso si tratta degli oneri dell’assicurazione malattia (LAMal), soprattutto quelli antecedenti al 2005: premi, partecipazioni e altre spese non pagate alle casse malati dagli assicurati insolventi. Ad accaparrarsi questo mandato è stata una società di Paradiso, controllata da un gruppo con sede in Lussemburgo. Una scelta privatistica incomprensibile per l’ex capo dell’Ufficio dell’assicurazione malattia Bruno Cereghetti.
Il Fondo per le vittime dell’amianto (Fva) è finalmente realtà: l’omonima fondazione che lo gestisce, operativa dal 3 luglio, è pronta a esaminare le prime richieste di risarcimento e a fornire le prestazioni previste.
Frutto dell’intesa scaturita nel novembre 2016 tra associazioni delle vittime, sindacati, assicurazioni e imprese nell’ambito della tavola rotonda istituita a questo scopo, il Fva prevede misure di sostegno finanziario sia alle persone che hanno subito in Svizzera un’esposizione (lavorativa o ambientale) alla polvere killer e si sono ammalate, sia ai loro familiari, così come l’istituzione di un servizio di sostegno e accompagnamento psicosociale (care service).
In piscina voi non ci andate. La scorciatoia che costeggia il lago per arrivare in stazione non potete prenderla. I vostri figli a scuola con i nostri? Non se ne parla proprio. I casi accaduti a Bremgarten, Nottwil, Birmensdord ed Eigenthal hanno sollevato a più riprese la questione della legittimità delle restrizioni della libertà di movimento imposte ai richiedenti l’asilo. Diversi organi di sorveglianza internazionali hanno criticato per questi provvedimenti.
“Insieme” è il titolo della kermesse del 1° luglio a Roma promossa da Giuliano Pisapia con i fuoriusciti dal Pd dell’Mdp capitanati da Luigi Bersani. Insieme a chi, e per fare che cosa? «Dobbiamo essere alternativi», dicono i promotori del progetto di costruire un nuovo partito a sinistra del Pd renziano. Ma alternativi a chi? E fino a quando?
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